Gioie e dolori di un piccolo mondo antico

«ANGELINA E ALTRE STORIE DEL MIO PAESE», UN LIBRO DI PAOLO LICCIARDELLO.

Angelina e i numerosi personaggi della seconda opera letteraria di Paolo Licciardello – «Angelina e altre storiedel mio paese» – possono o meno avere una loro effettiva realtà, esistere in un contesto individuabile o essere frutto di pura e semplice fantasia. Ma è indubbio che, nel loro insieme, costituiscono una umanità che, pur nell’evoluzione dei tempi, riflette fedelmente l’esistenza di valori, debolezze, fisime, variegate espressioni dell’animo, una scenografia che testimonia il comune vivere nel quotidiano. Licciardello scava nel cuore di Viagrande, paese che gli è caro, non soltanto perché vi ha avuto i natali, soprattutto perché vi è cresciuto e vissuto, perché rappresenta esso stesso un libro al quale attingere per la conoscenza. Un contesto nel quale scavare per metterne a fuoco l’anima, attraverso la rappresentazione di pseudo drammi esistenziali di soggetti che si susseguono, l’un dopo l’altro, in un’atmosfera che sembrerebbe di sogno per la gioventù d’oggi. Si tratta di quadri, però, improntati sempre a quella sottile ironia che è una caratteristica costante di Paolo Licciardello e che affievolisce anche gli aspetti angosciosi della povertà nella quale ci si dibatteva, negli anni bui a cavallo della seconda guerra mondiale. Ed è proprio per queste pennellate di colore, fra il folcloristico e la nuda realtà, fra il sogno e le problematiche dell’essere, per la profonda differenza dell’oggi in contrapposizione a ieri, che il libro riesce appetibile, interessante e coinvolgente, soprattutto per coloro che vissero quel passato. Personaggi e vicissitudini, aneddoti e vicende autentiche, nomi di fantasia e vere e proprie «ingiurie», ma pur sempre riflessi di una umanità autentica, che l’autore si diverte a tratteggiare, a vivisezionare con delicatezza, armeggiando con un bisturi leggero, addolcito dalla consapevolezza di toccare i tratti meno dolorosi e traumatici della vita di un paese che l’autore ha osservato con gli occhi di fanciullo, prima, e di adulto, successivamente, e alla quale, in buona sostanza, ha preso parte, anche se da acuto osservatore. Un libro che si lascia leggere senza stancare, tutt’altro, anzi.
Che ti afferra e trattiene dalla prima all’ultima pagina, con la sensazione di ritrovarti in quella folla variopinta, essere minuto alle prese con i problemi esistenziali di sempre.

(font: La Sicilia – Franz Carli, 14 gennaio 2010)

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