Disabilità. A Viagrande (CT) nasce il “Rock Bar”

Il punto ristoro, all'interno del C.S.R., è gestito dai ragazzi e dalle ragazze che frequentano il centro di riabilitazione.

Inaugurata oggi la nuova attività. Due gli obiettivi del progetto, voluto dal Consorzio Siciliano di Riabilitazione: favorire le autonomie personali e incoraggiare le relazioni, rarefatte a causa del Covid.

Disabilità. A Viagrande (CT) nasce il “Rock Bar”

Un punto ristoro gestito dai ragazzi e dalle ragazze che frequentano il Centro di riabilitazione del C.S.R. di Viagrande (CT), un bar che – nel rispetto delle misure anti Covid – vuole provare a promuovere e incoraggiare le relazioni sociali, tanto importanti per tutti ma soprattutto per i ragazzi con disabilità.

La nuova iniziativa si chiama “Rock Bar”, è stata realizzata all’interno del Consorzio Siciliano di Riabilitazione della cittadina etnea ed è stata inaugurata questa mattina (martedì 30 marzo) alla presenza degli Assistiti del Centro riabilitativo, degli operatori e dei dirigenti della struttura.

A presenziare alla cerimonia del taglio del nastro, anche il Presidente del C.S.R. Sergio Lo Trovato, che si è complimentato con i ragazzi e gli operatori: “È una bellissima iniziativa di autogestione – ha detto – speriamo al più presto di poter trasferire il bar all’aperto e di poter essere più liberi, senza mascherine, nei momenti di condivisione di un caffè, di una pausa per scambiare due chiacchiere“.

Il “Rock Bar” si trova nel settore Semiresidenziale del Centro di riabilitazione, in un’area adibita a vero e proprio bar, con un bancone e una cassa, entrambi accessibili ai ragazzi in carrozzina.

Anche i menu sono accessibili a tutti, con simboli e tabelle di CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa), che consentono la lettura anche alle persone con difficoltà di comunicazione. 

Questa iniziativa da’ la possibilità ai nostri ragazzi e ragazze di sperimentarsi e approcciarsi a una realtà lavorativa, ovviamente sempre con il supporto delle figure professionali del Consorzio” ha spiegato Anna Talbot, assistente sociale e responsabile delle attività di integrazione sociale del C.S.R.

Inizialmente il “Rock Bar” offrirà servizio dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 10.30, ma in un secondo momento l’attività potrà essere estesa anche al pomeriggio. I ragazzi coinvolti sono suddivisi in gruppi da tre-quattro persone che si alterneranno: questo garantirà il rispetto delle norme anti Covid e la partecipazione di tutti gli Assistiti che hanno manifestato interesse all’iniziativa.

Al “Rock Bar” sarà sempre presente un operatore del Centro di riabilitazione, con la funzione di tutor. I baristi prenderanno le richieste che provengono dagli Assistiti del settore Semiresidenziale (circa 70) e dai 25 Assistiti del settore Residenziale, prepareranno le ordinazioni e faranno anche consegne “a domicilio”, nelle stanze e nei settori del Centro.

In ogni gruppo di lavoro, ognuno avrà dei compiti diversi in base alle proprie abilità e competenze e proverà a sviluppare le proprie capacità residue, attraverso compiti di pianificazione, ricerca di strategie, rispetto dei tempi, attenzione alla consegna e interazione nel gruppo.

Un progetto, quindi, che mira a promuovere le autonomie personali dei ragazzi con disabilità e a far tornare un po’ di “normalità” nelle loro vite, pur nel rispetto del distanziamento sociale, attraverso l’interazione e le relazioni, esperienze purtroppo sempre più rarefatte, a causa della emergenza sanitaria.

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