La classifica della differenziata nella provincia etnea

Maglia nera a Catania e Randazzo. Bene Licodia Eubea.

A fotografare la situazione della munnizza nel Catanese è l’ultimo report dell’Ufficio speciale regionale, su aprile 2018. Il capoluogo fa peggio di tutti gli altri Comuni fermandosi al 7,3 per cento. Guarda l’infografica

Il quadro del fallimento etneo sulla gestione dei rifiuti emerge dall’ultimo report dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata che fa riferimento al mese di aprile 2018. Nella città del Liotru il dato non riesce a superare nemmeno la doppia cifra: con il 7,3 per cento Catania si conferma il peggiore capoluogo e la peggiore città di tutta la provincia etnea. Molti i territori che ancora hanno difficoltà a conferire l’immondizia separandola per tipologia e che, invece, fanno ricorso in maniera massiccia alle discaricheMaglia nera dunque alla città di Catania che, durante il penultimo mese dell’amministrazione guidata da Enzo Bianco, ha visto calare il dato di oltre due punti percentuali. Male anche da Randazzo che ad aprile si ferma al 9,6 per cento dimezzando quasi la percentuale raggiunta invece nel mese di marzo (16,4 per cento) e Giarre che arriva all’11,8 per cento in discesa da marzo quando aveva raggiunto il 18,3 per cento.

Sul primo gradino del podio etneo sale Licodia Eubea con l’83,2 per cento che nei primi quattro mesi dell’anno ha mantenuto in trend in crescita. Secondo posto per San Michele di Ganzaria che si attesta all’81,2 per cento migliorando da gennaio ad aprile, seguita dal 76,4 per cento di Raddusa che si riprende dopo un leggero calo fra febbraio e marzo. «Il problema della raccolta differenziata non è farla ma mantenerla», dice soddisfatto del risultato ottenuto il primo cittadino di Licodia Eubea, Giovanni Verga. «Per noi è un vanto questa crescita della percentuale che pare essere oramai un trend regolare». Nei primi quattro mesi del 2018, infatti, il dato è in crescita. «I numeri più scoraggianti degli ultimi anni li abbiamo registrati a settembre del 2017 quando abbiamo dovuto bonificare i terreni di un’intera zona a ridosso del Comune di Grammichele». In quel periodo la percentuale del territorio del calatino era precipitata a meno del 40 per cento.

«Qui la raccolta differenziata si fa dal 2011 e, tranne in quel caso – sottolinea il sindaco – abbiamo sempre avuto percentuali alte, al di sopra del 70 per cento». Il segreto di una buona gestione dell’immondizia, per il sindaco Verga, è «da una parte la presa di coscienza da parte dei cittadini in cui oramai si è radicata la cultura di differenziare i rifiuti; dall’altra però – aggiunge – un ottimo deterrente sono i controlliche vengono fatti spesso anche aprendo i sacchetti trovati per strada all’interno dei quali, talvolta, si trovano anche dei documenti che permettono di risalire ai proprietari per poterli multare».

Continuando questo tour immaginario nel territorio etneo, a parimerito ci sono Aci Castello e San Cono con il 74,3 per cento. Sopra il 70 per cento anche Mineo (72,8%), Ramacca (72,2%), San Pietro Clarenza (71,8%), Belpasso (71,2%) e Mazzarrone (70,1%). Subito sotto questa soglia si trovano Mirabella Imbaccari (68,6%), Scordia (67,6%), Grammichele (67,5%), Camporotondo Etneo (67%), Palagonia (65,8%), Vizzini (65,8%), Misterbianco (64,7%), Aci Bonaccorsi (62,7%), Piedimonte Etneo (61,7%) e Militello in Val di Catania (61,2%).

Scorrendo l’elenco dei Comuni in provincia di Catania, ci sono poi Santa Maria di Licodia (58,4%), Maletto (57,7%), Caltagirone (56,7%), Biancavilla (54,2%), Sant’Agata Li Battiati (53,6%), Sant’Alfio (51,5%) e Viagrande (51,3%). A non superare la soglia dei cinquanta punti percentuali si trovano: Santa Venerina (44,9%), Aci Catena (44,2%), Ragalna (43,9%), Nicolosi (43,2%), Mascalucia (42,%) e Bronte (41,2%). Fanno peggio Milo (39%), Riposto (37,2%), Paternò (36,9%), San Gregorio Di Catania (35%), Motta Sant’Anastasia (34,8%), San Giovanni La Punta (33,7%) e Mascali (30%).

Diversi anche i territori in cui, nel mese di aprile, non si è superato il trenta per cento: Castel di Iudica si è fermata al 28,5 per cento; Acireale al 28,4; Pedara al 27,5; Calatabiano al 27,4 per cento; Tremestieri al  25,7; Linguaglossa 24,4 e Maniace al 21,1 per cento. Nella parte più bassa di questa classifica ideale, poco sopra le tre città da maglia nera, troviamo Fiumefreddo di Sicilia con il 16,1 per cento e Adrano con il 14 per cento. Sei sono, infine, i Comuni da cui non sono arrivati i dati da inserire nel report regionale: Aci Sant’AntonioCastiglione di Sicilia, Gravina di Catania, Trecastagni, Valverde e Zafferana.

FONTE ORIGINALE: MeridioNews, Marta Silvestre, 3 luglio 2018

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