Assemblea di protesta dei lavoratori Aias

Sit-in a Viagrande. In 500 chiedono tutela e per il presidente nazionale «bisogna cambiare rotta».

In 500 ieri hanno chiesto più garanzia e tutela per i propri diritti di lavoratori. Sono i dipendenti dell’Aias (Associazione Italiana assistenza spastici) che oggi hanno fatto un’assemblea e un sit-in davanti alla sede della struttura di Viagrande. «Chiediamo – spiegano Luigi Maugeri, segretario generale Cisl Fp, Armando Coco responsabile sanità Cisl Fp, Gaetano Agliozzo Fp Cgil e Stefano Passarello Uil Fp entrambi segretari generali – l’istituzione immediata di un Tavolo tecnico all’assessorato regionale alla sanità per ripristinare immediatamente le tutele dei lavoratori e il diritto alla malattia.
Chiediamo, inoltre, che venga ultimato nell’immediato il contratto nazionale attualmente interrotto». Lo stato di agitazione dei dipendenti è partito dal 1 giugno. «È incomprensibile – spiegano i segretari di categoria – l’irremovibilità dell’associazione nel ricercare attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali una soluzione condivisa. Non possiamo consentire – continuano – che la volontà di risparmiare sulla pelle dei lavoratori, sia mascherata dalla supposta necessità di colpire le assenze ingiustificate. Questi non sono i metodi per incentivare e motivare i lavoratori, l’Aias abbia il coraggio di dire che vuole solamente risparmiare tagliando i diritti dei lavoratori. La proposta Aias sulle assenze per malattia taglia oltre 600 euro l’anno dalle buste paga dei lavoratori che non abusano e non hanno mai abusato della malattia. Le micro assenze si combattono colpendo coloro che ne abusano, non tutti i lavoratori indistintamente».
Secondo Francesco Lo Trovato, presidente nazionale dell’Aias: «Ristrettezze economiche e aumento dei costi ci impongono una nuova regolamentazione del trattamento economico delle assenze per malattia». «Da mesi l’Aias discute con i sindacati a livello nazionale, nell’ambito del rinnovo del contratto collettivo di lavoro, dichiarando apertamente che l’obiettivo da raggiungere è colpire lo scempio che alcuni dipendenti fanno del concetto di malattia, mentre i lavoratori onesti non subiranno alcun disagio. Le leggi obbligano il datore di lavoro a versare il 37% circa delle remunerazioni per i dipendenti all’Inps, che dovrebbe provvedere ad assistere il dipendente in caso di malattia. E invece l’Inps non corrisponde alcuna remunerazione per i primi tre giorni di malattia. Per le giornate successive alla terza paga soltanto una piccola parte, mentre il datore di lavoro sulla scorta di vecchi accordi doveva sempre corrispondere la paga per intero».
Per fare un esempio, nel 2010 sono state prese 4.457 giornate di malattia tra i lavoratori Aias. Di queste, 2.300 sono state pagate per intero dall’Aias, che su altre 1.082 giornate ha corrisposto il 50% della paga e sulle restanti 1.075 ha corrisposto il 33% dello stipendio. «Si tratta di costi che non possono più essere sostenuti dalle aziende, anche a causa della riduzione del 5 per cento delle rette corrisposte dalla Regione e stabilite nel lontano 2005 – prosegue Lo Trovato – Inoltre abbiamo subito una riduzione di 617.000 euro delle risorse messe a disposizione dell’ASP di Catania, a fronte di incrementi retributivi degli stipendi che in questi anni hanno raggiunto il 16,13 per cento. Colpire le false malattie e regolamentarne la retribuzione sono i nostri unici obiettivi».

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