Per la storia di Viagrande. Aggiornamenti di Don Giuseppe Guliti

Ufficio Divino di S. Mauro AbatePER LA STORIA DI VIAGRANDE: In questi giorni sono venuto a conoscenza grazie a Mons. Mauro Lucciardello dell’esistenza di un importante documento, risalente al 1766, da lui conservato e appartenuto al compianto padre Strano parroco della nostra chiesa madre morto nel 1973. Il carissimo monsignor Licciardello non sapeva però che quell’antico documento era l’unica copia rimasta dell’Ufficio Divino di S. Mauro Abate approvato dalla Santa Sede per il casale di S. Mauro Castelverde nel 1766 e che la stessa aveva esteso dieci anni più tardi, nel 1776, per il paese di Viagrande. Mi spiego meglio: più volte, se vi ricordate, ho avuto modo di esporre la questione circa il patronato di S. Vito e S. Mauro e di come questa sia stata motivo di episodi spiacevoli e incresciosi, una sorta di “guerra di santi” fomentata però dagli uomini. Sarà lo stesso vescovo di Catania, mons. Deodati Moncada – nato il 15 gennaio e quindi grande devoto del nostro santo – a dirimere la questione facendo ricorso con il sostegno del clero locale alla S. Sede, la prima volta nel 1775 chiedendo e ottenendo il permesso di poter celebrare come “festa di precetto” e col grado di solennità, il più alto della gerarchia liturgica, la festività di S. Mauro Abate; la seconda volta nel 1776 richiedendo e ottenendo di poter celebrare l’Ufficio Divino Proprio del santo nella forma liturgica già approvata nella “Terra di S. Mauro della diocesi di Messina” (S. Mauro Castelverde, oggi diocesi di Cefalù, feceva parte all’epoca della diocesi di Messina). Questi due decreti riconoscono implicitamente l’importanza del culto di S. Mauro sugli altri culti dei santi decretandone pure il patronato.

Nell’Aprile scorso sono stato autorizzato dagli archivisti dell’Archivio Segreto Vaticano a potere consultare e fotoriprodurre i sopracitati decreti i quali, in questi giorni di festa, sono stati esposti per la prima volta in assoluto – e lo rimarranno ancora il giorno dell’ottava – presso la mostra fotografica allestita nei pressi di Piazza S. Mauro.

Quando ho informato mons. Licciardello dell’esistenza di questi due decreti, subito si è ricordato che teneva conservata a casa una copia dell’Ufficio Divino di S. Mauro Castelverde appartenuta a Padre Strano e che solo grazie alla mia esposizione storica aveva finalmente compreso perché lo stesso si recitasse pure a Viagrande. Da questa copia sono stati tradotti i primi vespri della solennità del santo che recitiamo ogni anno il 14 gennaio al rientro della processione con la reliquia.

Ho chiesto a Mons. Mauro Licciardello di fare dono di questo prezioso documento alla chiesa Madre così da essere conservato nell’archivio storico della parrocchia e con gioia ed entusiasmo mi ha risposto che da parte sua non vi era nessuna difficoltà.

Ma le sorprese non sono finite: lo stesso documento ci svela un’altra commovente pagina di storia viagrandese più recente. Non tutti sanno che Padre Strano durante la seconda guerra mondiale ricoprì l’ufficio di cappellano militare e che lo stesso fu deportato in un campo di concentramento tedesco. Ebbene, dietro la copertina dell’Ufficio Divino vi sta impresso il timbro del campo ove il sacerdote viagrandese fu tenuto prigioniero. Tra le cose più preziose che P. Strano aveva portato con sé vi era questo libro di preghiere che lo aiutava a rendere viva la speranza e che fu fonte di consolazione durante quei momenti terribili. Sono contento di potere consegnare queste pagine di storia viagrandese a voi cari concittadini e fedeli devoti del nostro amato santo patrono.

Giuseppe Guliti

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