Live Report – WILLIAM STRAVATO – Viagrande Studios, Viagrande

William StravatoCONTORNO (E) SOSTANZA
Non è usuale che la location di un certo evento acquisisca una rilevanza autonoma all’interno della cronaca di un evento come una clinic e, a dirla tutta, non è usuale in generale se non in termini in massima parte negativi. Quando questo accade, di solito il cronista è costretto a rilevare situazioni improbabili in cui la gente è stipata in posti ben oltre il limite della decenza e privi dei servizi essenziali, mentre quando si tratta di parlarne bene ci si riferisce quasi sempre ad eventi in terra straniera, più che in Italia. Questa volta però, oltre all’evento in sé che ovviamente non può e non deve passare in secondo piano essendo il soggetto di queste righe, non posso fare a meno di scrivere qualcosa in merito, trattandosi di una piacevolissima sorpresa per di più inserita in un contesto insospettabile, un piccolo paesino di 6000 anime ai piedi dell’Etna.

CATTEDRALE SOTTO IL VULCANO
Dopo aver ingaggiato una furibonda lotta contro i paesani, i quali hanno fieramente negato fino allo stremo di conoscere l’esistenza dell’enorme struttura che ospitava l’evento, riusciamo infine a raggiungerla (era a circa 300 mt. dall’ultimo che aveva negato di conoscerla) e rimaniamo letteralmente stupefatti. Dopo averla infatti scambiata per un plesso scolastico, ci rendiamo invece conto che l’intera costruzione è dedicata alla arti e non è esattamente una piccola cosa. Si tratta di una grandissima costruzione (9000 mq.) inizialmente concepita come scuola di ballo professionale, ma utilizzabile per una moltitudine di iniziative artistiche, posta tra l’Etna ed il mare in posizione geograficamente fantastica. Questa è costituita da un grosso corpo centrale a due elevazioni che nel grande atrio presenta un caffè letterario palesemente concepito da un architetto attento al design e la biglietteria con uffici annessi, mentre a sinistra si trova un capiente auditorium coperto. Al secondo piano una serie di aule didattiche attrezzate, in una delle quali si è tenuta la clinic. Di fianco al corpo centrale sorge un secondo edificio per ospitare permanentemente gli allievi dei vari corsi con annessi e connessi; all’interno della prima struttura troviamo infine un laboratorio da 900 mq. Al di fuori un ulteriore auditorium scoperto ed ampissimi spazi verdi. Una situazione logistica incredibile se comparata al nulla che esiste in zona e che può essere utilizzata come scuola per le arti, concerti, balletti, iniziative cinematografiche, tavole rotonde e chi più ne ha più ne metta. Semplicemente incredibile.

LEGATO A STRAVATO
Come spesso accade in questi casi ed a dispetto del curriculum del musicista chiamato a tenere la clinic (per chi non lo sapesse, uno dei più quotati chitarristi fusion disponibili su piazza), il pubblico ha risposto in maniera che definire molto contenuta è eufemistico, ciò però non ha impedito a Stravato di tenere la sua lezione come previsto ed a chi è intervenuto di osservarlo all’opera mentre utilizzava e spiegava certe tecniche ed anche di divertirsi più del solito, visto l’ambiente forzatamente molto intimo, traendone il relativo profitto. Dopo esserci cotti al sole di Sicilia osservando la cima innevata dell’Etna, saliamo al secondo piano per assistere alla clinic di William Stravato. L’inizio del tutto è molto “easy”, con William che esegue un paio di pezzi dal vivo su base registrata, per poi iniziare la discussione vera e propria. La lezione si è incentrata sull’uso di alcune tecniche -in particolare il suo famoso “legato”- tipiche della chitarra elettrica (hammer on, tapping, alcune scale, etc.), ma in particolare sul gusto per la ricerca della giusta dimensione delle esecuzioni. Stravato non ha trascurato di parlare anche dell’approccio alla chitarra dei tanti maestri con in quali ha suonato e/o studiato, come l’amato Allan HoldsworthScott Henderson (in comune con lui la preferenza per gli spostamenti orizzontali sulla tastiera e la predilezione per le composizioni e le esecuzioni più istintive), Guthrie GovanBrett GarsedMike SternMichael Angelo Batio e Frank Gambale. La sua recente scoperta del country e la dimostrazione delle sue difficili tecniche esecutive vicine allo shred e la spiegazione di alcuni concetti riguardanti la profondità del suono, lo sviluppo di certi riff nella costruzione di un pezzo, la scelta della giusta scalatura della muta e la ricerca del giusto action (settaggio dell’altezza delle corde) in relazione allo strumento usato ed alle tecniche impiegate ha completato il tutto. L’esecuzione di qualche altro pezzo “live” ha coronato un pomeriggio ancora una volta incentrato su un concetto che si ripete praticamente sempre quando si ha occasione di parlare con professionisti affermati in possesso di grande tecnica: si può essere dotatissimi, dominare in maniera eccellente la varie tecniche esistenti, ma il vero musicista punta sul gusto, sulle note “giuste” all’interno di una certa composizione, che non necessariamente sono sempre le più tecniche, le più veloci e le più difficili da eseguire. Un concetto non chiaro a tutti, aggiungo io.

INTERVISTE AL TRAMONTO
Il pomeriggio termina mentre il sole tramonta su un apatico Etna e come di prammatica con autografi sui CD, risate, foto ricordo, ulteriori considerazioni sulla musica e soprattutto, per quanto ci concerne, con una intervista che avrete modo di leggere più in là. Come accade spessissimo -per non dire sempre- in questi casi, quando si parla con musicisti di alto livello il metal entra sempre nella discussione, ma per sapere come e quanto dovrete attendere la pubblicazione dell’intervista.

William Stravato - prove

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