Fabio Fatuzzo parla del Processo Cenere Lavica

All’indomani della sentenza “cenere lavica”, emessa dalla Corte di Cassazione, Sud ha sentito Fabio Fatuzzo, ex assessore di Scapagnini e attuale presidente dell’Acoset, condannato assieme agli altri membri della giunta a 2 anni e 2 mesi. Proprio per questa condanna, Fatuzzo ha dovuto dimettersi dal suo attuale incarico: “L’unico rammarico – dichiara – è non poter proseguire il lavoro di risanamento dell’Acoset che è già ampiamente iniziato.

Sulla questione solleva dei rilievi. “Prendo atto della sentenza che rispetto e a cui conseguentemente mi adeguerò. Vorrei però sottolineare alcuni aspetti della vicenda. Le imputazioni a mio carico erano due: abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale.
Il primo reato, l’abuso d’ufficio, è stato contestato per aver deliberato, approvando la delibera 644, di dare mandato agli uffici comunali di quantificare le somme che ritenevamo dovute per le note problematiche del fenomeno “cenere”.

Se da una parte Fatuzzo ammette di essere stato presente e votante nell’approvazione della delibera, ricorda anche che il documento non era corredato da alcun parere di regolarità contabile o da impegno di spesa, e che, quindi, non sarebbe stata erogata alcuna somma. Sotto questa luce è davvero travisabile il reato elettorale?

Il reato di violazione della legge elettorale è stato contestato per aver approvato la delibera 645 che disponeva il pagamento delle somme ai dipendenti – spiega – a questa seconda delibera io però non ero presente. Eppure sono stato ritenuto colpevole di entrambi i reati con la conseguente condanna”.

La sentenza definitiva ha confermato la condanna totalmente, anche nelle pene accessorie. E’ inutile esprimere giudizi. – conclude – Ringrazio quanti mi hanno espresso solidarietà e perplessità. Non appena sarà notificata la sentenza provvederò conseguentemente.

Il vincitore del processo è Enzo Bianco, che si vede corrisposta la somma di 50 mila euro a titolo di risarcimento poiché “le chance di elezione – come si legge nella sentenza – sono state notevolmente compromesse”.

Secondo i dati, però, il divario tra lui e Scapagnini è stato di circa 12.300 voti, tre volte più del numero dei dipendenti comunali. C’è da chiedersi dunque se le azioni dell’ex primo cittadino abbiamo realmente influito sull’esito finale delle elezioni”.

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