Sicilia, quando i vini diventano vulcanici

Dall’Etna a Taormina, tra vigneti, calici, musica e locali notturni

Vi ricordate il video della canzone “Tutto l’universo obbedisce all’amore“? Quello in cui Franco Battiato e Carmen Consoli, in sella alle loro moto, fanno un lungo giro attorno ad una montagna, un giro evocativo per obbedire alle “catene” dell’amore. Quella “montagna“, con i suoi straordinari terrazzamenti è l’Etna, il vulcano che tiene a “battesimo” alcuni dei vini più amati della Trinacria e del nostro intero Paese.

Il vino che “canta”
Sicilia, una terra dal fascino “atavico” e capace d’ispirare grandi opere artistiche, diari di viaggio (Goethe: “Viaggio in Italia“), grandi canzoni e celebri cantanti. Come Mick Hucknall, dei Simply Red, che sedotto dalla bellezza di questa terra e soprattutto dal culto siciliano del “mangiare bene e bere ancora meglio“, dal 2001 ha un’azienda vitivinicola dal nome eloquente: Il Cantante. Specialità: Nero d’Avola.

Una strada tutta da bere
È stata fondata nel 2005: la “Strada del Vino dell’Etna” è associazione che riunisce oltre 20 aziende vitivinicole, cantine e aziende agricole in un unico percorso enogastronomico e culturale.
Il percorso parte dalla città di Riposto e abbraccia l’Etna lungo le due direttrici est-nord ed est-sud spingendosi fino al comprensorio di Randazzo e a quello di Viagrande. Un viaggio tra i caratteristici muri a secco di nera pietra lavica, tra gli antichi casolari contadini, le sontuose ville nobiliari e tra i frutteti e gli agrumeti che circondano i caratteristici paesini dell’Etna (Giarre, Zafferana Etnea, Nicolosi). Strada del vino, dunque, ma anche strada dei sapori, della cultura e del turismo…

Cantine gloriose, anzi doc
Le aziende vitivinicole sono tutte situate in luoghi incantevoli e aperte a quanti amano la “nobile bevanda“. Cantine antiche che, pur nel pieno rispetto della tradizione utilizzano moderne tecnologie puntando sempre alla qualità. La produzione vinicola annovera un bianco ottenuto da uve Carricante e Catarrato Bianco (con eventuali apporti di Trebbiano e Mannella Bianca), un rosso e un rosato da uve Nerello Mascalese e Nerello Mantellato e il famosissimo Etna doc, ricavato dall’unione delle uve dei quattro vitigni sopra citati.

Le vie del gusto sono infinite
Vini dalla “forte personalità” ma anche una frutticoltura che discende da antiche varietà (i pistacchi di Bronte, le fragole di Maletto, le antiche mele Cola e Gelato Cola) e che spicca in un panorama  tradizionale fatto di agrumi, fichi d’india e piante di frutta secca.
Il tutto in un circuito enogastronomico e culturale che ha come centro l’Etna (il territorio etneo è tutelato dal Parco regionale) e che si snoda in tre percorsi denominati: La via della Zagara, da Belpasso a Nicolosi – tra le distese laviche dell’eruzione del 1969 – per poi approdare all’antico caseggiato di Tardaria e ai rigogliosi limoneti di Aci S. AntonioLa Maremonti, un itinerario che parte da Giarre e conduce alla frazione di Macchia, con una stupenda passeggiata che costeggia il torrente omonimo e che, fra vigneti e frutteti, regala una spettacolare visione dell’Etna e del mare); La via dei Castelli che da Sant’Alfio conduce alla Valle dell’Alcantara, alla scoperta dei piccoli abitati della zona.

Un salto a Taormina per po’ di vita mondana…

Un appunto: se avete voglia di “gustare” un po’ di vita mondana non dimenticatevi che Taormina, a soli 30 minuti di macchina da Catania, offre un’ampia scelta di locali notturni. Tra i tanti, Panasia Beach Taormina è il locale più ricercato. Di giorno è  la spiaggia più esclusiva della zona, definita anche “La Montecarlo di Taormina“, di sera si trasforma in un ottimo ristorante sul mare e di notte diventa la più gettonata delle discoteche. Da non dimenticare anche la la discoteca Meridien.

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