Mobbing e stalking due fenomeni oggi molto diffusi. Conferenza dell’Associazione “Amigdala”

L’Associazione “Amigdala” con sedi a Viagrande e a Catania, presieduta dalla dinamica Maria Grazia Palermo, continua con la serie di incontri di particolare interesse culturale e civile accompagnati da momenti musicali di qualità. L’incontro svoltosi al Palazzo Beneventano di Catania lo scorso 8 maggio ha avuto per tema “Mobbing e stalking”, due fenomeni sociali oggi molto diffusi. Per trattare tale argomento sono stati chiamati lo psichiatra dr. Salvo Di Dio, dirigente Ser.T. di Giarre, e l’avvocato Orazio Giovanni Vecchio, specializzatosi in questo settore del diritto civile. Alla conferenza è seguita l’esibizione del chitarrista acustico Paolo Capizzi, che ha pubblicato recentemente l’album “Non solo”.
Mobbing è un termine che deriva dall’inglese “to mob” e sta a significare “aggredire in massa”. K. Lorenz lo utilizzò per designare quel particolare tipo di comportamento che viene messo in atto quando un gruppo di animali si coalizza aggredendo o un estraneo o un membro del proprio gruppo con lo scopo di scacciarlo. A livello sociale, il mobbing è un lento stillicidio di persecuzioni, attacchi e umiliazioni che perdura inesorabilmente nel tempo e proprio nella lunga durata ha la sua forza devastante. Le condotte persecutorie possono arrivare a compromettere l’integrità psico-fisica e la salute della persona “mobbizzata”, degradare il clima lavorativo e mettere in pericolo lo stesso impiego. Possono essere colpite, in maniera più o meno grave, le relazioni sociali, le attività lavorative, la personalità e dignità del lavoratore.
Le azioni “mobbizzanti”, infine, sono messe in atto sul posto di lavoro in modo sistematico e ripetuto nel tempo e possono derivare da superiori, collaboratori e/o sottoposti, agendo in gruppo o singolarmente.
Alcune stime riportate da autorevoli fondazioni europee rilevano che nell’Unione Europea il 9% dei lavoratori (quindi poco più di 13 milioni di persone) ha problemi legati al mobbing. Altro fenomeno particolarmente nocivo e parecchio diffuso negli ultimi tempi è lo Stalking, termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un’altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e di paura, che possono arrivare a compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana. I comportamenti persecutori sono definiti come “un insieme di condotte vessatorie, sotto forma di minaccia, molestia, atti lesivi continuati che inducono nella persona che le subisca un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore”. Lo stalking può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione interpersonale e chiunque può esserne vittima; è un modello comportamentale che identifica intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone. In Italia, secondo una “Indagine multiscopo sulla sicurezza delle donne” condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica nel 2007, indagine che ha misurato la violenza (fisica, sessuale e psicologica) e i maltrattamenti contro le donne, su un campione di 25.000 donne di età tra i 16 e i 70 anni, è emerso che la maggior parte di episodi di molestia sono riconducibili a un ex partner, coinvolgendo il 18,8% del totale. E in particolare è emerso come il 48,8% delle donne vittima di violenza sessuale o fisica ad opera di un ex partner abbia subito anche comportamenti persecutori. Solo nel febbraio del 2009 con il D.L. n. 11 convertito nella legge 23 aprile 2009 n. 38, si è legalmente disciplinato tale odioso fenomeno. I due relatori si sono soffermati in modo approfondito sull’aspetto psicologico e psichiatrico e su quello legale fornendo risposte di particolare interesse su come difendersi da tale fenomeno anche al numeroso pubblico intervenuto.

(font: Akis – Giovanni Vecchio, 22 maggio 2010)

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