Antonio Aniante, chi era costui?

Il Cenacolo Culturale “Antonio Aniante” (CCAA) ha organizzato un incontro sul tema Antonio Aniante e la sua Viagrande, proprio nel paese dello scrittore in occasione dei 110 anni dalla sua nascita.
Dopo i rituali saluti da parte della coordinatrice e poetessa Tiziana Iannotta, la stessa ha spiegato che il Cenacolo nasce all’interno della Pro Loco ed è costituito da un gruppo che opera nel e per il territorio di Viagrande. Da qui la scelta di intitolarlo allo scrittore viagrandese Antonio Aniante per esaltare l’identità culturale e le risorse del paese, per diventare un «prodotto glocalizzato di nicchia di alto valore aggiunto» generando cultura a partire dai membri stessi che, dunque, non ne sono solo fruitori.

A seguire la lettura dell’Inno al paese natio del sopracitato autore, accompagnato dalla visione del suo ritratto donato al Cenacolo dal pittore Elio Ruffo.
Successivamente ha preso la parola il Presidente della Pro Loco Viagrande, Antonino Cucinotta: «il Cenacolo si propone di realizzare l’anno anianteo per diffondere e divulgare la figura di Antonio Aniante (letteralmente uomo del fiore), pseudonimo di Antonio Rapisarda. A tal proposito è stata presentata al Comune la bozza di un progetto che prevede degli incontri presso la Scuola Media Verga per diffondere gli studi su questo scrittore, con premiazione del saggio più meritevole».
Sono intervenuti anche il giornalista e scrittore Paolo Licciardello, che ha illustrato, con molta commozione, la storia di Viagrande legato ad Aniante, spirito inquieto che lasciò presto la sua patria; il poeta-scrittore Alfio Grasso, che ha parlato della formazione letteraria di Aniante basandosi sugli scritti della Prof.ssa Rita Verdirame, sua principale studiosa, mettendo in evidenza il suo essere uno sperimentatore che attraverso tutti i generi letterari, caratterizzato da uno stile abbondante, incline all’infrazione della norma e tendente all’autocommiserazione; il poeta-pittore Pippo Nicolosi parlando delle cronache di Aniante che descrivevano la Catania a lui coeva; il docente Orazio Caruso, che ha parlato dell’Aniante scrittore teatrale di clamoroso insuccesso; infine Santo Rapisarda, che ha raccontato le testimonianze sull’autore raccolte a Ventimiglia, e più precisamente a Latte, ove l’autore morì.
In chiusura, al sindaco Vera Cavallaro, sono state proposte l’intitolazione di una via o della villa comunale allo scrittore viagrandese, la realizzazione di un busto e l’allestimento di una mostra fotografica sui luoghi aniantei.

(font: La Voce – Mariagrazia Miceli, Gennaio 2010)

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