Viagrande – Parco Monteserra: chi dovrà pagare gli errori dell’Amministrazione Comunale?

Con riferimento all’articolo apparso su La Sicilia del 21/12/09, è bene ricordare che, ai sensi dell’art. 42 del D.Lvo 18/8/2000 n. 267: “Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”. Nel momento in cui, pertanto il Presidente del Consiglio Comunale di Viagrande ha avuto contezza, come dallo stesso dichiarato, delle sentenze del TAR e del CGA che hanno condannato il Comune a pagare ingenti somme ad un privato per la mancata definizione della procedura di esproprio del terreno ove è stato realizzato il Parco Monteserra, da me lasciata in perfetta regola, avrebbe dovuto trasmettere gli atti alla Corte dei Conti o, quanto meno, chiedere adeguate notizie all’amministrazione comunale sul perché di tale condanna. A prescindere, infatti, dalla circostanza che le somme che dovranno essere pagate al privato siano più, o meno, degli € 800.000,00 indicati, – ma si presume siano di più – è indiscutibile che dette somme sono più di quanto si sarebbe dovuto pagare al privato se la procedura esecutiva fosse stata condotta in modo regolare. La mancata emissione del decreto di esproprio, da parte dell’Amministrazione temporalmente competente, ha comportato un indiscutibile danno materiale per il Comune. Somme notevoli, per un Comune di non elevata grandezza, che finiranno per essere pagate dal popolo. E ciò non sembra giusto. Sarebbe corretto che a pagare i danni per gli errori commessi siano coloro che tali danni hanno causato con il loro comportamento colposo, dovuto ad incapacità o incuria. Ciò che mi preme sottolineare, come già fatto in altre circostanze, per rispetto verso me stesso e per quello dovuto agli assessori ed ai Consiglieri che facevano parte della mia maggioranza, è che l’amministrazione comunale da me presieduta, che elaborò il progetto per il parco ed ottenne il finanziamento per la realizzazione dello stesso, non ha alcuna responsabilità in proposito, come “qualcuno” sembra abbia cercato di fare intendere. E’ importante che il Commissario “ad acta” stabilisca con esattezza il “quantum” dovuto al privato, ma è sufficiente constatare che le somme dovute, qualunque esse siano, sono superiori a quelle che sarebbe stato legittimo pagare. Ciò dovrebbe comportare, da parte del Consiglio, l’obbligo giuridico e morale di accertare i fatti, anche trasmettendo gli atti alla competente Corte dei Conti. E’ probabile che la conclusione potrebbe essere quella di considerare il debito fuori bilancio, ma è indiscutibile, in tal caso, se non ci dovesse essere chiarezza sulla problematica, se la Corte dei Conti non dovesse essere informata, anche dai funzionari competenti della vicenda, che sarebbero sempre i cittadini, assolutamente incolpevoli, a dover sopportare il peso del debito. E ciò non mi pare sia corretto.

Avv. Francesco Corsaro Boccadifuoco

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