Viagrande: La politica del non fare

A Viagrande l’incuria o la incapacità della amministrazione comunale ha provocato non una, ma due condanne, che obbligano il Comune a pagare oltre 1 milione e duecentomila euro. Da ultimo è stato nominato un Commissario “ad acta”, la Dott.ssa Sidoti, proprio perché non c’è stato alcun adempimento da parte del Comune alla sentenza del TAR del 25 Novembre 2003, a seguito di un ricorso proposto dai privati proprietari del terreno. Il Commissario dovrà prelevare dalla Casse del Comune oltre ottocentomila euro, per la mancata definizione della pratica relativa all’esproprio del Parco Monteserra. Per la realizzazione dello stesso la mia amministrazione aveva ottenuto 4 miliardi di lire dalla Comunità Europea e lasciato, nel 1993, la pratica relativa alla procedura di esproprio in perfetta regola. Era stato emesso regolare decreto di occupazione d’urgenza, e si sarebbe dovuto emettere un successivo decreto di esproprio. Le amministrazioni che sono succedute alla mia, nella prima delle quali l’attuale Sindaco ricopriva la carica di vice sindaco, non hanno provveduto, facendo diventare “illegittima” una occupazione sino a quel momento regolare, con le conseguenze sopra indicate. Il progetto prevedeva le somme necessarie per il pagamento del terreno, secondo la destinazione urbanistica dell’epoca. La “vocazione edificatoria per i terreni del Parco Monteserra” è avvenuta successivamente alla mia amministrazione. Non ho, pertanto, e non potrei averne, alcuna responsabilità in proposito. Non mi pare corretto che l’amministrazione non sappia assumersi le proprie responsabilità, tentando di scaricarle sugli altri, né che si critichi chi ha fatto, e tanto, per il Comune, sostenendo quasi che sarebbe stato meglio non fare nulla. La politica del “non fare” non premia, o non dovrebbe premiare, chi la pratica. Non è neanche possibile considerare una valida giustificazione quella di chi, pur avendo ricevuto un pubblico incarico, preferisce non adoperarsi per il pubblico interesse, “abdicando” alle proprie funzioni in favore di privati. Ciò è stato fatto per il Parco Monteserra e per l’edificio che ospita la Mu.La. (Museo della Lava). Vorrei augurarmi, ma non ne sono sicuro, che ciò non avvenga anche per il Palazzo del Principe Turrisi Grifeo di Partanna acquistato, dalla amministrazione comunale da me presieduta, con il 95% di contributo Regionale. Non è infatti accettabile che un privato possa utilizzare un bene pubblico, realizzato con fondi pubblici, per ricavarne un utile, senza che il Comune ne ricavi alcun vantaggio economico. La giustificazione che la gestione del privato dà visibilità al Comune, e lo esonera dai costi di gestione, non mi sembra adeguata, anzi non mi sembra neanche in linea con i principi del pubblico interesse cui ogni pubblica amministrazione dovrebbe tendere. Una amministrazione comunale non può preferire di non realizzare le opere perché non sa gestirle. Partendo da questo principio non si sarebbe dovuta realizzare neanche la Villa Comunale, gli impianti di pubblica illuminazione, le nuove strade pubbliche, il Monumento ai Caduti. Tutte cose che devono invece essere eseguite, e lo sono state tra le altre, nell’interesse della collettività. Non comprendo, poi, quali siano le “conseguenze negative” che l’attuale Sindaco lamenta di avere “ereditato dalle precedenti amministrazioni”. La mia, ribadisco, ha lasciato tutto in perfetta regola. E posso affermarlo non solo come Sindaco del tempo, ma anche come Avvocato. Di quella successiva alla mia il Sindaco attuale, ripeto, faceva parte quale vice Sindaco e quindi è corresponsabile di eventuali manchevolezze. Non capisco dov’era quando fu approvato il Piano Regolatore Generale che ha stravolto il paese causando quella, dalla stessa tanto deprecata, “vocazione edificatoria”. Non voglio aggiungere altro. Ogni paese ha l’amministrazione che il popolo vuole. A Viagrande il paese ha l’amministrazione che ha voluto poco più del 25% della popolazione. Non credo che il restante 75% sia contento dell’operato dell’attuale amministrazione. Non mi è dato neanche comprendere quali siano gli “obiettivi programmatici” di questa amministrazione, sino ad oggi non manifestatisi. Non sarebbe sbagliato se le Autorità competenti accertassero i fatti per sanzionare, penalmente e contabilmente, eventuali responsabilità. Non è illecito sperare che la Giustizia faccia il suo corso. Non è sbagliato pensare che il ricorso anticipato alle urne è meglio dell’immobilismo. E’ utopistico augurarsi che alla politica del “non fare” possa contrapporsi, in un prossimo futuro, la politica del “fare”?

Avv. Francesco Corsaro Boccadifuoco

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