Ciao Peppe Raciti

Ricordo quando organizzammo il campionato di pallavolo in parrocchia, in quella occasione imparammo a conoscerci, a confrontarci, a parlare da amici.
Certamente spesso si fa un uso improprio della parola “amicizia” ma con Lui era davvero difficile non diventare Amico, ed uso appositamente la A maiuscola.
Quando un amico viene a mancare è facile dire che era il migliore, un bravo ragazzo, una persona speciale… Giuseppe invece era semplicemente una persona normale e per questo rara.
Non sprecava parole, non amava imporsi con la forza, non amava apparire, eppure è stato un gigante che per sempre ha lasciato un segno nella vita di chi lo ha conosciuto.
Peppe amava Viagrande, amava le tradizioni del nostro paese, era devoto a S. Mauro… ogni anno metteva il sacco, tirava la vara, e non si stancava mai di rispondere alle tradizionali grida d’invocazioni dei devoti con un sussurrato ed intimo “Santu Mauru!”.
Con semplicità parlava della sua malattia e con una silenziosa battaglia l’ha combattuta.
Peppe ha vissuto i suoi giorni di dolore proprio come ha sempre cantato assieme al suo idolo Ligabue, trovando sempre un buon motivo per essere felice, rialzarsi e regalare sorrisi, anche quando la ferita bruciava.
Grazie di cuore, ricorderò per sempre le parole che mi hai detto quando ci siamo salutati prima del tuo ultimo ricovero: “… Vai a mare e godi di ogni raggio di sole, godi al pensiero di poter camminare sulle tue gambe, godi al pensiero di poter uscire e parlare con gli amici…
Ti ricorderemo per sempre!

Oscar Licciardello

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