A Viagrande altro premio per lo scrittore modicano Paolo Borrometi con "Ti amo 1 in più dell'Infinito"

Ti amo 1 in più dell’infinito…” ha ricevuto domenica 26 luglio 2009, a Viagrande il Premio Regionale “Città di Viagrande“. La cerimonia di premiazione si è articolata in due momenti. Il premio assegnato dalla giuria popolare è andato a Domenico Seminerio con il romanzo “Il manoscritto di Shakespeare“. Il premio della giuria “tecnico scientifica” è andato a Paolo Borrometi con il suo “Ti amo 1 in più dell’infinito…”. La giuria “tecnico scientifica” era composta da autorevoli personalità del campo della letteratura. Lo scrittore Alfio Grasso, la Prof.ssa Rita Verdirame (Docente ordinario di Letteratura italiana e Preside di Scienze della Comunicazione all’Università di Catania), il Prof. Antonio Di Grado (Docente ordinario di Letteratura Italiana) ed il Prof. Niccolò Mineo (già Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Catania ed ordinario di Letteratura Italiana). Nella lunga motivazione del premio assegnato al giovane Paolo Borrometi, si leggeva, fra l’altro: “Per la freschezza della narrazione e l’ abilità descrittiva di cui l’ autore ha dato prova“. Paolo Borrometi rivela una inusuale abilità nel ritrarre gli spazi in cui sono ambientati gli eventi; sono luoghi geografici puntualmente nominati, storicamente denotatati e realisticamente descritti, che però mano a mano si trasformano in preziosi “loci” dell’anima, in sedi incontaminate di sentimenti, in simbolici contenitori di emozioni. Basti per tutti l’ampia sequenza incipitaria che ha l’andamento di un quadro paesaggistico: “Sampieri, piccolo borgo di mare, lembo estremo della Sicilia orientale, più a sud di Tunisi… Gemma preziosa del litorale ibleo… L’incantevole arenile iniziava dopo un largo e panoramico lungomare (arricchito da sedili realizzati in pietra dura del luogo), ai lati grandi palme e ampi scogli che affioravano da sotto il pelo dell’acqua, finendo ai piedi di un’antica fabbrica bruciata (u stabilimientu ‘bbruciatu) che troneggiava imponente, ostentando fiera la propria mastodontica ciminera”. L’affresco “en plein air” ribadisce la sensazione di azzurra immensità trasmessa dalla copertina del libro, riproducente una magica “Petroliera nel mare di Sampieri” di Piero Guccione. Non meno minuziosa e suggestiva la carrellata sui panorami campestri e urbani, sul barocco lussuregginate di maschere grottesche, facciate teatrali, scorci prospettici di vicoli e casette, erte scalinate di chiese e palazzi patrizi che s’accavallano in quel paesaggio unico e irripetibile, circoscritto dallo straordinario catasto di pietre dei muri a secco tipici delle zone iblee, che Paolo Borrometi dipinge con puntigliosa ed evocativa espressività. E’ questo lo sfondo dell’importante e cruciale storia d’amore (importante come solo un primo amore vissuto con sincerità, trasporto e delicatezza può essere) tra il protagonista e Vittoria, dell’incertezza che la punteggia mano a mano che i due fidanzati adolescenti crescono e s’avviano lungo il cammino degli studi, della professione, delle scelte… fino alla conclusione. L’altro elemento di originalità su cui vale la pena di insistere è la tramatura linguistica, il fraseggio del racconto, caratterizzato da una singolare ibridazione di toni e codici. La prosa di “Ti amo 1 in più dell’infinito” è ordita su uno stile che s’avvale largamente della contaminazione e dell’intersecazione, per cui a un lessico letterariamente sostenuto succedono le procedure della colloquialità, all’inserimento di dialettismi fa da contraltare un pausato lirico, alla carezzevole nostalgia di modi di dire paesani si alterna l’uso di una terminologia che riporta alle modalità della comunicazione tecnologica, della ellissi, della gergalità. Con siffatto linguaggio, ricco e multiforme come la vita e tumultuoso come la giovinezza, lo scrittore – giovane uomo eroe di questo “Bildungsroman” siciliano – avanza nella pagina, tessendo, come ha insegnato Franco Moretti, il suo “romanzo del divenire”.

(font: R.T.M. News – 28 luglio 2009)

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