Bocconi avvelenati ai randagi; denunciato per istigazione l'utente di un sito web siciliano

Stamane le Guardie Zoofile Enpa di Catania hanno denunciato per istigazione a delinquere (articolo 414 del Codice Penale) un utente iscritto sotto pseudonimo al sito internet “Vivi Viagrande”. Prendendo spunto dalla notizia dell’aggressione di un cane randagio ai danni di una giovane donna – il fatto è avvenuto nella città di Viagrande (Catania) il 17 maggio scorso – l’utente aveva invitato a affrontare il fenomeno del randagismo somministrando polpette avvelenate ai “trovatelli”. «A cuppa è di sti ambientalisti – si legge nell’intervento pubblicato sulle pagine del sito – c’afànu custari n’occhiu ma non si cunghiuri nenti, l’unicu rimediu è na bella puppidduzza profumata con assenza di ogghiu frittu (la colpa è di questi ambientalisti che fanno spendere un occhio ma non combinano niente. L’unico rimedio è una bella polpettina profumata)». Tale invito non è però sfuggito alle Guardie Zoofile di Catania che, verificata la fonte della notizia, si sono rivolte all’autorità giudiziaria presentando una notizia di reato per istigazione a delinquere. «Il tenore e il contenuto di quanto pubblicato dall’utente – spiega Cataldo Paradiso, responsabile della Sezione provinciale Enpa di Catania – costituiscono un’evidente istigazione all’uccisione di Animali, un delitto punito dall’articolo 544 bis del codice penale». Nelle prossime settimane gli inquirenti, tramite opportune ricerche e verifiche informatiche, provvederanno all’identificazione dell’anonimo utente e procederanno secondo quanto previsto dalla legge. L’intervento dell’anonimo estensore indirettamente prende di mira una delle poche municipalità catanesi che si è sempre distinta per la sensibilità al fenomeno del randagismo. «Il Comune di Viagrande, guidato da Venera Cavallaro – aggiunge Paradiso – ha sempre applicato le norme in materia di recupero, soccorso e degenza degli animali randagi, nonché di censimento, sterilizzazione e monitoraggio dei cani vaganti”. La diffusione di esche avvelenate sul territorio è una pratica pericolosissima che rappresenta un grave pericolo per l’incolumità pubblica, una minaccia per la salute non soltanto degli animali ma anche degli esseri umani. A rischio sono soprattutto i bambini che, giocando in un parco o su un prato, potrebbero accidentalmente venire in contatto con le sostanze velenose. E proprio per porre fine a tale fenomeno, particolarmente diffuso in Sicilia, lo scorso 18 dicembre il Sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, ha emanato un’ordinanza che vieta espressamente di miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocivi, compresi plastiche e metalli nonché di detenere, utilizzare e abbandonare qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che le ingerisce.

(font: ENPA – 12 giugno 2009)

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