Politica Interna

TUTTA COLPA DELLA RAI
La Repubblica — 09 marzo 2009 pagina 2 sezione: POLITICA INTERNA
Ce l’avevano quasi fatta, quei mattacchioni della Rai. Ma Berlusconi li ha smascherati: «In Italia – ha avvertito – c’è l’ unica tv pubblica che attacca il governo in carica», dipingendo nei suoi tg una crisi che «non è certamente tragica». In effetti, qualche sospetto ce l’avevamo. Ci sembrava incredibile, ci sembrava surreale, apprendere dai telegiornali Rai che la Borsa perdeva il 5 per cento al giorno (neanche fossimo al casinò), che la cassa integrazione era aumentata del 554 per cento (bum!), che si annunciassero licenziamenti, tagli e fallimenti (del tutto inverosimili, per chiunque segua “Chi vuol essere milionario?“). Ammettiamolo: c’ eravamo cascati anche noi, nel tentativo della Rai di surclassare la finta invasione dei marziani di Orson Welles. Adesso che Berlusconi li ha sgamati, però, quelli del Tg3 possono tirar fuori il cartello: «Siete su Scherzi a parte». – SEBASTIANO MESSINA

LA PIRAMIDE DEL CAVALIERE
Il Manifesto – 01 PRIMA PAGINA 07.03.2009 EDITORIALE | di Gabriele Polo
Nella dissipazione individuale delle esistenze ci sono tanti modi per affrontare la grande crisi e provare a sopravvivere. Uno è quello scelto da una numerosa famiglia torinese che ha risolto in rissa e dieci arresti la contesa eredità della nonna, una catenina d’oro: soluzione sentimental-pauperistica. Altro modo è quello di un trentenne italiano che a Milano ha rubato 50 euro a una studentessa, non prima di averla virilmente violentata nel bagno di un supermercato: soluzione maschil-consumistica. Una terza «via d’uscita» è l’idea degli industriali romani che propongono al sindaco Alemanno un sistema di telecamere a tappeto per sorvegliare l’intera città: soluzione securitar-produttivistica. E, poi, c’è chi vola più alto, chi maneggia bilanci a molti zeri, illusionismi da giocolieri e potere incondizionato: il presidente del consiglio, l’on. Berlusconi.
Con la consueta pratica degli annunci, ieri il premier ha fatto sbloccare dal Cipe un po’ di miliardi per le grandi opere che fin dai tempi delle lavagne di Vespa costituiscono – con barzellette e canzonette – uno dei suoi piatti forti. In buona parte denari già stanziati, cui ha aggiunto qualcosa soprattutto per avviare i lavori della piramide con cui intende passare alla storia, il ponte sullo stretto di Messina. Poco importa che sia un progetto che non regge (e non solo ambientalmente), che sarebbe una «cattedrale nel deserto» (prima e dopo, il nulla o quasi), né che l’avvio dell’opera non servirà economicamente a nulla (ma dallo sperpero Alitalia in poi tutto è lecito). Quel che conta – per il premier – è solo l’annuncio, gli sprechi conseguenti sono secondari.
Siamo dentro una crisi che nutre spavento e incertezza, lo sa chiunque fa i conti della spesa, nonostante le rassicurazioni dell’on. Berlusconi. Non abbiamo ancora le file di disoccupati o le frotte di informatici e manager alla ricerca di un posto da elettricista che in soli quaranta giorni hanno fatto imbiancare i capelli di Barack Obama. Ma solo perché qui da noi i più se ne stanno chiusi in casa a deprimersi di fronte alla tv. Non avendo nessun posto di fronte al quale mettersi in fila. Eppure il governo continua allegramente ad alternare promesse, de profundis, rassicurazioni. Il suo obiettivo è la cortina di fumo, dietro cui gestire per via autoritaria – nei palazzi, nelle strade, nei parchi, nelle periferie cittadine – un rancoroso disseminarsi di conflitti individuali o di gruppo. Proponendosi come moderno feudatario che fa sfogare il disagio di chi teme di cadere in basso su chi in basso già si trova. O, più semplicemente, nella tradizione della forza che si fa diritto, su chi è più debole; materialmente, culturalmente, persino fisicamente più debole.
Le tante catenine d’oro in forma di appalti che l’on. Berlusconi butterà giù da un ponte impossibile, rendono più umana e comprensibile persino una stupida rissa di famiglia per il ciondolo della nonna. Almeno quello esiste davvero e porta con sé un minimo di affetto.

(articoli inviati da Elio Castroflorio – segretario Pd Viagrande).

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