Tradizione ed innovazione

Ho letto con molta attenzione l’autorevole intervento del Prof. Pietro Barcellona pubblicato su ‘La Sicilia’ , 4/9/2008, dedicato ai giovani ed alla scuola. Come è sempre accaduto, anche questo suo ultimo scritto, si distingue non solo per la grande cultura che manifesta, ma anche per l’intensa passione etica e civile, in una parola umana, che lo anima. Di questo non possiamo essere che grati.
Mi permetto, con ovvia modestia, una breve riflessione. La realtà, naturale ed umana, come un libro complesso e difficile, non può essere letta senza una guida. La conoscenza per potersi poi sviluppare autonomamente, ha bisogno ‘in primis’ di principi di selezione e di inquadramento dell’esperienza. A mio parere, tutto ciò è fornito dalla tradizione concettuale vigente, dai saperi tradizionali. E sono questi che la scuola deve mettere in primo piano. Non si tratta di conservatorismo o, peggio, di dogmatismo. In primo luogo perché la tradizione non è affatto monolitica, essendo presenti al suo interno diverse opzioni, in secondo luogo perché proprio la tradizione è la madre dell’innovazione. Molti ‘perché’ umani, adolescenziali e maturi, hanno ricevuto risposte man mano sempre più soddisfacenti, e queste rappresentano la base da cui partire per ulteriori progressi. L’ innovazione nasce, in tutti i campi, da un rapporto critico, ma consolidato con il presente, appunto per poterne individuare con vera cognizione i punti deboli. E a sua volta, l’analisi della realtà presente richiede l’ausilio di ciò che nel passato, recente o remoto, si è pensato o operato, proprio nel momento in cui si produceva il nostro presente. I ‘pregiudizi’ vanno certamente rigettati, ma prima vanno individuati. Keplero lottò a lungo per scoprire la vera orbita dei pianeti, avendo aderito, per buone ragioni, al ‘pregiudizio’ dell’orbita circolare, che tuttavia gli fu da guida. Ma quando scoprì l’ellissi, il rigetto di quel pregiudizio fu definitivo, e ciò apri le porte della scienza moderna. Il futuro, l’innovazione non può essere progettata ‘a priori’, perché non si sa da dove comincerà a procedere. Certamente però nascerà dal pensiero critico, quando esso si sarà reso conto che qualcosa che fino ad ora è sembrato giusto, sembra che non lo sia affatto.

Salvatore Daniele

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